Teen Porn: Gli adolescenti e la pornografia.
Oggi l’accesso alla pornografia è possibile indipendentemente dall’età del fruitore, bambini, preadolescenti, adolescenti, adulti non sono indenni dagli effetti di questo consumo particolarmente pervasivo: si arriva precocemente all’utilizzo della pornografia senza supervisione e intervento educativo da parte degli adulti.
La diffusione del digitale con le nuove tecnologie per mezzo di vari devices ha consentito anche la navigazione in rete senza limiti, e probabilmente è il principale responsabile della precoce fruizione di pornografia.
Le parole sesso e porno sono tra le più ricercate sul web, un minore su 3 ha visto pornografia intenzionalmente e 7 su 10 si sono imbattuti occasionalmente fuori dalla ricerca attiva.
La diffusione della pornografia tra i giovanissimi è considerata un fattore di rischio correlata ad alcuni fenomeni problematici quali l’incremento di malattie a trasmissione sessuale e le gravidanze in adolescenza che fruivano regolarmente di pornografia avevano un debutto sessuale particolarmente precoce ed erano propensi ad una sessualità orale imitando ciò che avevano visto. Ciò ha fatto rimarcare l’esigenza di interventi di carattere psicologici, di natura preventiva e di informazione per i ragazzi, e di formazione degli adulti genitori, insegnanti, educatori.
La pornografia che fa irruzione prematuramente nella vita di un individuo, si scontra con l’inadeguatezza delle competenze psicologiche, emotive e cognitive, non in grado di fronteggiare e maneggiare tutte le sollecitazioni pornografiche.
In età evolutiva esiste una naturale curiosità, rispetto alla sessualità che però potrebbe scontrarsi con le spinte pornografiche che possono rivelarsi pericolose. Infatti la fotografia potrebbe intercettare non solo i circuiti fisiologici e quindi dell’eccitamento ma anche quelli del trauma. Un bambino che si imbatte in siti pornografici, non solo potrebbe trovarli non attraenti, ne potrebbe uscire spaventato, provare un senso di profondo disagio e paura. L’immagine può essere anche solo vissuta, come violenta.
L’aspetto più preoccupante è la visione di grandi quantità di materiali pornografico, questo perché genera modelli, attitudini, aspettative, pensieri e fantasie relative alla sessualità.
Questo può portare a credere a quel tipo di visione del sesso, a quel tipo di uomo e a quel tipo di donna nonché alla sessualità vissuta. ”Il sesso si fa così!”.
Facciamo di quella realtà pornografica l’unica realtà, ovvero l’unica realtà sessuale che dobbiamo apprendere, incamerare. Ma nella pornografia manca l’aspetto emotivo, l’aspetto psicologico e in particolar modo manca l’aspetto relazionale.
Dworkin e MacKinnon (1988) rivelano la pornografia di riferimento alla donna, presenta un surplus immagini e dialogo:
– la deumanizzano, rendendola un oggetto sessuale a disposizione dell’uomo
– la narrano come un essere sessuale che prova piacere e godimento anche nell’essere umiliata
o vittima di dolore fisico
– la rappresentano a volte situazioni di violenza estrema compresa e l’abuso in cui manifesta di
provare piacere
– la mostrano in pose di sottomissione e obbedienza
– la mercificano e parcellizzano il suo corpo.
Ormai da qualche anno esiste un filone di pornografia più attento agli aspetti femminili, che considera anche l’emotività, e racconta una storia. Tutto ciò per arginare quel fenomeno maschilista e di violenza più o meno esplicita del corpo femminile.
La pornografia senza mediazioni, senza limitazione, senza regolazione e controllo spingerebbe i minori verso comportamenti sessuali a rischio lasciando le scherniti di quelle risorse fondamentali per la costruzione di una motivazione e di un agito sessuale, funzionale.
Di pornografia si deve parlare, fa parte del mondo, è importante altresì un dialogo all’interno di una relazione di reciproca curiosità tra genitori e figli, gli studenti, tra adolescenti educatori.
Molti autori sostengono che la precoce esposizione alla pornografia favorisca la sessualità, porterà uno stile di vita sessualmente promiscuo ad alto rischio, genera nell’individuo un disagio sia organico che psico-relazionale (il fruitore può sviluppare una dipendenza) mettendo a rischio il suo equilibrio psichico, sperimentando sentimenti di vergogna, colpa, ansia, confusione riducendo la ricerca di legami sociali nella vita reale.tutto ciò indebolisce le competenze sociali e la capacità Del soggetto di creare intimità con un’altra persona. In taluni casi facilita la slatentizzazione di comportamenti violenti in associazione alla pulsione sessuale (Colleen, 2009).
La pornografia è estremamente attraente per i maschi, ma può generare dipendenza perché essa intercetta uno Stato biologico in essere in ogni giovane ovvero l’alta ormonalità. Ciò comporterebbe una forte attenzione e motivazione verso tutto ciò che è sessuale. La visione della pornografia fa sperimentare alti livelli di eccitazione e per mantenere questo livello di attivazione, L’utente cerca compulsivamente materiale sempre più “forte”, con un crescente impiego di tempo e di energie spesi alla ricerca di questi stimoli sessuali.
La pornografia esprime una sessualità orientata solo alla ricerca del piacere, senza alcuna attenzione all’intimità, alla relazione, e alle emozioni delle persone coinvolte.
La sessualità è dissociata, dall’amore, dall’intimità personale. Veicolando un messaggio di scissione si introietta un messaggio pericoloso che in casi estremi può condurre a comportamenti sociopatici.
La pornografia attribuisce alla donna un ruolo passivo e sottomesso, un oggetto, in alcuni casi la donna è vista come colei che deve procurare piacere all’uomo. Tutto ciò non corrisponde alla realtà anche se per decenni ci si è confrontati con questo tipo di sessualità diseducativa.
La pornografia evidenzia soggetti performanti, che vivono la sessualità come un’attività ginnica, grazie alla quale il piacere è sempre garantito, continuo, è amplificato, la vita sessuale è sintonizzazione e sincronizzazione di reciproci bisogni, di ascolto e conoscenza dei corpi.
La pornografia incita ad avere una sessualità senza emotività , senza coinvolgimento generando relazioni problematiche.
La mancanza di una educazione psicosessuale ha portato molto spesso ad una scissione tra pornografia ed educazione all’affettività, un divario su cui lavorare che si traduca in interventi formativi già in età di scuola d’infanzia dando stimoli di riflessione e crescita.
Bibliografia
Carroll J. S. Et Al. (2008) “Generation XXX: “Pornography acceptance and use among emerging adults”
Dworkin A. MacKinnon K. (1988) Pornography and civil rights: A new day for women’# equality, Organizing against Pornography, Minneapolis
Pellai Alberto, “Teen-porn” Psicologia Contemporanea” n. 246, 2014