Cinema e psicoterapia: In treatment, la paziente del lunedì, Sara. Dopo alcune settimane di visione di questa serie televisiva, mi piacerebbe ricevere alcuni commenti, considerazioni, idee.
Non è mai successo in Italia di avere materiale cinematografico così consistente rispetto alle sedute di psicoterapia. In questo vedo molto originale e innovativa l’idea di una serie sulla psicoterapia. Potremmo provare insieme ad utilizzare parti delle puntate per riflessione, discussione, condivisione, co-costruzione di idee…
Tornando alla paziente del lunedì, mi vengono essenzialmente in mente due temi che, tra gli altri, gli autori hanno toccato, utilizzando le sedute di Sara:
1. l’innamoramento di una paziente per il terapeuta;
2. la prima volta, il racconto del primo rapporto sessuale di Sara (la perdita della verginità) avvenuta con un amico di famiglia, un adulto cinquantenne.
Mi sembrano due temi di spessore su cui poter riflettere.
1. L’innamoramento di una paziente per il terapeuta, come evidenziato nelle sedute che Castellitto (lo psicologo) ha al venerdì con il supervisore, è un tema delicato. Nel film si parla dell’ innamoramento di Sara (paziente donna) per Castellitto (psicologo uomo) che sembra in crisi affascinato e coinvolto. Nella realtà potrebbe aversi la stessa dinamica a ruoli invertiti o tra persone dello stesso sesso. Credo che i lettori di Psises sappiano benissimo cosa siano transfert e controtrastert, due concetti ben spiegati da Freud e che sono centrali in qualunque relazione terapeutica. Darei però una mia idea di transfert post freudiana (potremmo trovare infinite idee delle diverse scuole di psicoterapia): il transfert è flusso di informazioni che il paziente vive e condivide con il terapeuta che si generano dalla storia passata del paziente e circolano in seduta. Il controtransfert è invece il flusso di informazioni che genera il terapeuta (in cui assume molta importanza l’idea di premessa) e che investe il paziente. In un ottica circolare si può parlare di co-costruzione o di danza terapeutica per spiegare che queste informazioni circolano tanto da diventare alla fine materiale su cui basare parte del processo terapeutico. Il codice deontologico dell’ordine degli psicologi a cui ogni professionista fa riferimento, sottolinea l’attenzione che il terapeuta deve avere rispetto alla gestione delle parti di transfert (che come dicevamo sono anche inevitabilmente di controtransfert) e controtrasfert, relative al possibile innamoramento giocato tra terapeuta e paziente. La paziente che dovesse trovarsi in una situazione di tensione e difficoltà nel gestire sentimenti nei confronti del suo terapeuta dovrebbe parlarne con il terapeuta, ed arrivare perfino ad interrompere la psicoterapia, qualora non ci fosse la possibilità di ridefinire col tempo tale informazione o vi fosse una situazione di reciprocità. I terapeuti, i miei colleghi sanno benissimo qual è la procedura da attuare, da parte loro, in casi come questo. Quello che posso aggiungere da dati esperenziali (soprattutto per gli utenti, i terapeuti avranno già informazioni sul tema) che se è vero che ignorare una informazione così importante e viversi la storia senza interrompere la terapia potrebbe portare a conseguenze psicologiche disastrose per l’intero sistema è anche vero che ci sono colleghi che hanno sposato ex pazienti, avendo gestito la cosa con il giusto grado di etica e magari vivono oggi felici, in queste relazioni (qui mi piacerebbe sentire i protagonisti).
2. L’abuso di un minore (oggi 5 maggio giornata nazionale contro la pedofilia) ha un confine legale molto chiaro. Come spesso accade questo confine legale non coincide con la realtà psicologica ed esperenziale, spesso è in ritardo rispetto alla realtà sociale, per cui le ipotesi, interpretazioni soggettive rispetto ad una situazione per come descritta da Sara, diventano tantissime, ognuna basata su un punto di vista figlio di una complessità di premesse della persona che interpreta. Come considerate il fatto che una ragazza di 15 anni, per sua scelta, che ha perso da poco la mamma, una notte, mentre il papà dorme, entra nella camera da letto di un amico del padre cinquantenne ospitato e consuma un primo (in assoluto) rapporto sessuale, a cui fanno seguito altri rapporti nei giorni successivi? Una prima cosa da dire, sperando anche che qualche adolescente possa leggere questo articolo, è che la sessualità è una parte meravigliosa per la nostra vita, se vissuta in condivisione e coinvolgimento e può raggiungere apici importanti di eroticità con partner in linea con la nostra idea di piacere. E’ pur vero che la spinta sessuale dei giovani adolescenti (ormonalità, voglia di essere riconosciuti e di piacere all’altro etc.),verso un adulto (con una grande differenza di età) , dovrebbe impattare adulti consapevoli di questo limite, il superamento del quale potrebbe produrre danni psicologici importanti.
Una buona relazione con un adulto significativo, si spera possano essere i genitori o gli educatori dei diversi contesti di vita del ragazzo, con cui consultarsi prima di lasciarsi andare ad una storia di sesso, quando l’interlocutore è un adulto con una notevole differenza di età, potrebbe risultare un buon metodo di prevenzione, coscentizzazione.
Un’altra possibilità di prevenzione possono averla i sessuologi e gli psicologi scolastici durante gli incontri a scuola, sul tema della sessaulità. Si dovrebbero inserire passaggi relativi a questo argomento e al rischi psicologico connessi (in generale sono tanti gli argomenti da poter trattare che esulino dalla sola spiegazione tecnica dell’atto e dell’uso del profilattico come prevenzione alle malattie e alla gravidanza). Ma perchè parlo di rischio psicologico? Perchè come evidenziano per Sara gli sceneggiatori, spesso un’esperienza di sesso con un adulto in età adolescenziale o peggio pre-adolescenziale può evere delle conseguenze psicologiche importanti, sull’immediato, ma anche sulla futura sessualità dell’individuo. Senza voler essere moralizzatore e dare facili giudizi e senza cadere nell’altro versante di permissivismo e accettazione, vi invito semplicemente a riflettere su questo punto, delicatissimo, con confini fluidi e come sempre mi rendo disponibile a raccogliere vostre mail o considerazioni su FB che possano essere gestite in privato, senza apparire sul blog.
Mi scuso con i colleghi e i lettori del Blog, se nel trattare argomenti tanto delicati, possa avere in qualche modo toccato parti di sensibilità. Non è stato facile misurare le parole… Un caro saluto a tutti.
Sono onesta odio quando al cinema si parla di psicoterapia! Ho come l'impressione che non sanno neanche di cosa parlano! Quasi mi sento offesa! So che spiegare alle persone cos'è fare terapia è molto difficile ma questi che hanno voluto mettere in italiano un programma americano beh… hanno avuto del fegato! quando mi capita di guardarlo(so che che è cinema)sono tutti surreali x dio può succedre tutto quello accade nel film,ma è la maniera in cui la mettono che mi offende! Come osano far trattare così il proprio terapeuta!E già così ci vorrebbero sedute su sedute per capirlo!!!!!Ora che mi sono sfogata l'argomento dell'abuso sui minori è veramente toccante siamo noi adulti che facciamo diventare adulti nel bene e nel male i bambini e gli adolescenti di oggi dovremmo riuscire a trattarli come le cose piu' preziose del mondo e invece cosa facciamo?Alcuni abusano di loro sessualmente altri li fanno morire di fame altri li trsformano in soldati…..
Ciao Cristina e grazie per la tua partecipazione. La penso come te sulla difficoltà di rendere film un fatto così importante come considero un percorso terapeutico. Ero partito anch'io con questa perplessità, che resta. Lo psicologo Castellitto fra l'altro sembra un genio dell'interpretazione, fra l'altro mtodo di conduzione a me abbastanza antipatico. Mi piace molto e condivido il fatto che il male è negli adulti e che i ragazzi dovrebbero essere liberi di viversi le proprie ingenuità, la propria giovinezza, entro confini definiti saggiamente eticamente da adulti maturi, colti … Una società semplice ma sempre più ideale.
questa serie italiana e' bellissima io la seguo quotidianamente e trovo che la realizzazione e gli attori siano bravissimi , detto questo e' chiaro che ci troviamo davanti ad una fiction,e che per chi ha fatto sedute di psicanalisi risulta il tutto come un concentrato in mezzora di quello che avviene di solito in un mese o anche un anno.
anche io non sopporto a volte il fatto che i pazienti attacchino con molta forza il proprio psicoterapeuta ,ma credo se usiamo lo stesso metro che ho scritto sopra e concentrassimo le volte che io ho attaccato il mio psicoterapeuta in un anno e lo riportassimo in mezzora risulta credibile. per quanto riguarda il tema dell'innamoramento di sara per lo psicoterapeuta io trovo che sia volutamente forte e falso perche' troppo materiale , sara non gli chiede mi ami? ma gli dice scopami , perche' lei non si innamora mai con il cuore degli uomini, sara non e' capace di amare veramente se non con l'uso del corpo, infatti castellitto e' attratto ma cerca anche di ricucire il rapporto con la moglie perche' non crede fino in fondo al suo amore.
Purtroppo non vedo la serie televisiva… ma questi articoli mi hanno davvero incuriosita…
Faccio analisi da tanto tempo con una terapeuta bravissima (che forse qualcuno di voi conoscerà!!) e credo che il mio transfert, sia nato dal momento in cui l'ho scelta, "causalmente", vedendo il suo biglietto da visita su di una scrivania… E dal primo momento che abbiamo iniziato a parlare mi ha trasmesso una carica vitale e una forza "femminile" e "materna" che per me è sempre stata di grande stimolo. Per lungo tempo l'ho davvero ammirata! Poi l'innamoramento è diventato qualcosa con delle basi forti. E' diventato amore, affetto e stima, per una donna, una professionista, una mamma. Ma da quel momento credo di essere cresciuta io. Nel non vedere lei come distante meta ma come persona accanto a me, che mi sostiene. Una delle persone più importanti della mia vita. Ma credo non solo per transfert, anche per affinità personale. Grazie Daniela
Ho seguito questa serie In treatment e mi è piaciuta moltissimo. Mi sono commossa nel vedere l'ambientazione e le interpretazioni dell'analista, mi hanno ricordato la mia di terapia che ho finito alcuni mesi fa. Mi sono identificata in particolare nella storia di Sara, io non mi sono innamorata del mio terapeuta, che è un uomo molto più grande di me esattamente come Sara e il suo terapeuta, stesse età, mi sono innamorata però di un'altro uomo che fa il terapeuta di professione e che ho conosciuto per motivi che non sto qui a spiegare (l'ho conosciuto comunque mentre lavorava). Insomma mi è capitato una specie di transfert come quello di Sara e capisco bene la sua "ossessione" per il terapeuta, sono dei veri e propri innamoramenti difficili da gestire.