Festa del papà: lettera irrazionale di un padre ad un figlio. Questa lettera è scritta volutamente con un pizzico di cattiveria, togliendo i filtri della razionalità, per far rilfettere e magari perturbare la vostra idea sull’ ESSERE PADRI.
Caro Antonio, oggi è una giornata speciale, il giorno della festa del Papà.
Come tutti i Papà mi farebbe piacere ricevere i tuoi Auguri, il riconoscimento al mio averti dato la vita. Direi che pretendo i tuoi auguri. Già, li pretendo, come se tu non volessi farmeli. In realtà so benissimo quanto mi ami e quanto ti sforzi per farmelo capire.
Questa mattina ho pensato a te, poi a mio padre tuo nonno e per la prima volta mi sono fermato a riflettere su noi tre. Fermarsi a riflettere è un privilegio, divenuto praticamente impossibile per i ritmi di vita, soprattutto per me così coinvolto con il mio lavoro, così preso dalla quotidianità, dai problemi personali, familiari, di salute e sociali.
Pensavo a te e mi veniva da piangere e i pensieri correvano a quando ti ho visto nascere, a quel meraviglioso momento. Ti ho amato tanto in questi anni, ma anche odiato…
…Odiato, perchè tu toglievi spazio a me, alla mia relazione con la mamma, a volte il tuo esistere mi agitava, il tuo richiedere attenzioni quasi mi nauseava; eppure eri così piccolo ed indifeso, così bello da coccolare, così dolce quando dormivi, così odorante di latte… un odore indimenticabile, quanto darei per ri-odorarlo.
Negli anni tu crescevi, ma non riuscivo ad essere coerente nell’amarti: quante volte mi sono stressato, nel correrti dietro quando dovevo importi una regola; tantissime altre volte tua madre mi ha scaricato le sue ansie, le sue stanchezze rispetto all’educarti, allo starti dietro, alle malattie. Ti ho ripreso dopo un brutto voto, ti ho punito per la tua eccessiva vitalità. A volte ti ho sgridato, forse sculacciato per poi pentirmi e star male.
Tu eri un po’ me, quel bambino che guradavo ero io ed io ero il mio papà.
Sembra una magìa, detta così, invece questa proiezione di me in te mi ha angosciato, non volevo essere mio padre, spesso avrei voluto essere te.
Le mie regressioni, le mie contraddizioni, la mia superbia, ti hanno ferito, schiacciato, fatto soffrire, proprio come era stato per me: eppure le mie ferite avrebbero dovuto fermarmi, urlavano dentro di me, cercavano di bloccarmi e a volte sono riuscito ad essere un uomo diverso, diverso da tuo nonno.
Il nonno, mio padre, che tu consideri a volte vecchio, superato, come un capo fuori moda, ma che per me, ti sembrerà strano, paradossale rispetto al mio relazionarmi con lui, è ancora verità, modello di vita.
Adesso che ho smesso di protestare, adesso che sono cresciuto, adesso che lo accetto per come è, così difettoso e al tempo stesso unico, una persona speciale, cresce l’angoscia perchè so che mi mancherà quando non ci sarà più, più di quanto oggi mi manchi la sua e la mia giovinezza.
Ho sbagliato figlio mio, ho commesso tanti errori, ti ho fatto soffrire, ho fatto soffrire chi mi amava, ma spero tu possa perdonarmi, capirmi e darmi una nuova possibilità di relazione, di incontro. Lo dico a te, ma come avrai capito lo dico a me, perchè non è facile essere te, ma non è facile nemmeno essere me, in mezzo, tra il passato e il futuro. tra la nostalgia di ciò che non c’è più e la possibilità di vivere ancora per tanto tempo.
So che anche per te non è facile affrontare la vita, sei fragile, acerbo, irruento e docile allo stesso tempo, testardo… sei quello che sono stato io ed è per questo che non ti accetto, perchè ti sembrerà strano ma ti invidio, invidio la grande possibilità di poterti giocare la tua spensieratezza, di poter essere sognatore e ancora una volta in maniera ambigua, mi dispero se tu perdi una serata, un frammento della tua giovinezza.
Caro figlio spero che tu comprenda il mio sfogo… non è quello che ti dico io che ti fa crescere è la vita che correndo te lo chiede, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora. Proteggiti, e allo stesso tempo vivi al massimo ogni esperienza, cogli ogni attimo della tua fuggente giovinezza e allo stesso tempo abbraccia fiero il tuo passato, la storia della tua famiglia, facendo diventare la tua vita una grande possibilità, un percorso indimenticabile.
Voglio che tu sappia che sei per me il più grande significato alla mia esistenza.
Ti abbraccio, PAPA’.
Naturalmente questa lettera non è fatta dai vostri papà. Voi avete padri meravigliosi che vi hanno amato in ogni momento senza mai una crisi. Ma forse qualcuno potrebbe riconoscersi …. padre, figlio o nonno che siate, siete i benvenuti con i vostri commenti.
Penso che quello che scrive questo Papà, sia un pò vero per ogni genitore… e se un padre partisse nella relazione col figlio con una consapevolezza del genere… sarebbe già un grande padre! Non è facile uscire dalle proiezioni di se stessi nei figli… credo anche per una madre.
L'amore non è mai in dubbio ma certo ci sono tante ambivalenze che si vivono ogni giorno !!!
Salve a tutti!
Questo bellissimo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che, forse, tutti i genitori, arrivati ad un certo punto nella relazione col proprio figlio/a, dovrebbero ammettere le colpe, le riflessioni sui propri errori e chiedere scusa.
Penso che questo aiuti un figlio a crescere, a perdonare, a diventare un genitore migliore, consapevole di dover arginare le proprie proiezioni sul figlio.
Grazie Pasquale per lo spunto…
Com'è difficile non proiettare il nostro vissuto, il nostro passato e i nostri ricordi di figli. Credo che il mestiere del genitore sia veramente il più difficile e quello che più di mette alla prova. Dovremmo essere forti per non trasmettere ai nostri figli le nostre insicurezze e i nostri dubbi che ci hanno cresciuto.
Grazie Pasquale, veramente un gran bello spunto per i prossimi anni!!!
Emozionante!!
"Voglio che tu sappia che sei per me il più grande significato alla mia esistenza".
Credo che questa frase sia il riassunto di tutta questa meravigliosa lettera!
In ogni relazione tra padre e figlio/a, non è la sofferenza, la rabbia, la gioia, il capirsi e il non capirsi. Ma ben si darsi la possibilità di relazione, di incontro.
Grazie per questa lettera!!!
Un pensiero a tutti i papà, a quelli che lo diventeranno a breve, e a quelli che ci stanno pensando!
Lettera irrazionale di un padre ad un figlio e … lettera vera, un padre che prende coscienza dei propri limiti nel rapportarsi col figlio e in quel momento diventa con la sua consapevolezza un grande genitore .. se lo vuole.
Grazie per questo spunto Pasquale ci vorrebbe proprio un corso per imparare ad essere genitori, i figli sono qualcosa di meraviglioso, sono loro il bene prezioso per eccellenza … se ci pensi bene noi adulti siamo quelli che li crescono, loro con la loro innocenza ci fanno riflettere e ci insegnano a vivere!
Molto emozionante.. penso siano pensieri che appartengono un po a tutti i papà, probabilmente anche al mio.
Che bella lettera.. emotiva, sincera, a tratti ambivalente e contraddittoria nel sentire.. ma avvolta dall'amore che emerge in ogni riga. Ed è proprio questa l'essenza.. l'amore.. che noi figli dovremmo ricordare ogni giorno.
Grazie Pasquale, un abbraccio!
Grazie a tutti voi che avete commentato e a chi ha letto l'articolo. Quando si scrive per uno spazio come questo si è sempre indecisi della opportunità di pubblicare un articolo. Il pubblico è vasto etereogeneo e articoli come questo possono turbare le sensibilità. Quando ho scritto questo articolo avevo deciso di non pubblicarlo, poi mi sono detto quale miglior giudice di mia figlia. Dopo pranzo ho sottoposto a lei l'articolo e naturalmente si è arrabbiata molto: "ma cosa scrivi cose che non ti appartengono, tu non sei così…" L'ho guardata, forte e combattiva rispetto alla difesa del nostro AMORE e ho deciso di pubblicare… un figlio amato è un grande significare la nostra vita e non ho detto per fortuna l'unico. Grazie ancora
Penso che ogni padre abbiamo avuto questi pensieri ed emozioni rispetto al proprio figlio, credo che la maggioranza delle volte queste cose non vengano mai dette con il rischio allontanarsi l'uno dall'altro!Ringrazio Pasquale per i continui spunti che lancia e che sono frutto di elaborazione per il futuro di ognuno di noi!
Molto bello e molto emozionante leggere qualcosa con un intensità che vibra! Grazie Pasquale quando l'ho letto mi sono commossa…ero in palestra e penso che chi mi ha visto avrà pensato che ero "matta". Perdi il senso del tempo. Mi è piaciuto molto il pezzo dove non si capiva se chi scriveva era il nonno, il padre o il figlio… E ' molto bello pensare che tutti i nostri pensieri siano umani e che al di là delle aspettative che ci creiamo ogni giorno o che si aspettano gli altri, noi possiamo vivere e ringraziare il nostro passato per riuscire a relazionarci al meglio con le persone che amiamo! Grazie di cuore Pasquale!!!
Densissima questa lettera, personalmente dopo averla letta l'ho lasciata decantare per un po'.
La cosa che mi ha colpito di più è la prospettiva delle tre generazioni insieme e il sentirsi un po' "in mezzo" (io sono una mamma…ma questo credo valga anche per noi); credo che sia un punto di vista e analisi molto importante.
Saper guardare al passato con criticità per me significa scegliere a volte di percorrere strade diverse e tentare di rompere quello che rischia di diventare uno schema riproposto anche solamente perchè una scelta differente rischia di essere percepita da chi ti ha cresciuto come una critica implicita.
Grazie Pasquale!!!!
Ancora non so cosa ha toccato questa lettera in me (ancora per poco come figlio) ma quello che so è che è arrivata fino negli angoli più profondi portando in superficie un'emozione che non riesco a trattenere. Mentre leggevo e rileggo l’articolo , riga dopo riga , mi tornata alla mente come impressa a fuoco una sera d’inverno di ormai non so quanti anni fa , sicuramente più di 15, in cui tornando a casa dal lavoro insieme a mio papà perché a quel tempo lavoravamo nella stessa azienda e il tragitto da casa a lavoro era di 45-50min , quasi in lacrime e con la voce rotta dall’emozione si è scusato di tutte quelle privazioni , imposizioni , rigidità e scelte sbagliate che si è reso conto di avere fatto e per quelle che si sentiva in colpa di aver assecondato di mia mamma nei miei confronti. Forse è stato in quel momento che ho capito che anche mio papà era un “uomo” con i suoi pregi e i sui difetti ma che “era” e che “è” sempre mio papà e che il mestiere di genitore è veramente il più difficile del mondo! Ci tengo a ringraziare Pasquale per questo stupendo articolo e , il mio percorso , che mi ha permesso di recuperare una relazione che era diventata sterile ormai da tanto tempo. E come futuro papà spero che quanto vissuto sulla mia pelle rimanga sempre e solo sulla mia anche se so che non sarà sempre possibile , ma sicuramente tutti questi spunti saranno d’aiuto. Un abbraccio a tutti i genitori.